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domenica 25 ottobre 2015

Tutorial: hai perso una pietra incastonata nel tuo gioiello preferito? Ricreala con l'argilla polimerica - Repair bezel jewelry: recreate the lost gem of a damaged jewel with polymerclay

Un'amica mi ha affidato gli orecchini in argento della nonna di cui ha perso una pietra a castone: è un peccato non potrerli pià indossare! Presto fatto: ho sostituito entrambe le gemme con pietre effetto turchese realizzate in argilla polimerica. Puoi farlo anche tu!
Sono sicura che ti è capitato di perdere una pietra da un gioiello cui tieni: non chiuderlo in un cassetto! Riparalo insieme a me con il polymerclay :)

Ecco come fare:





tutorial: Repair bezel jewelry: recreate the lost gem of a damaged jewel with polymerclay


TUTORIAL

Ripara un gioiello a castone con l'argilla polimerica













Ricreeremo le pietre mancanti con l'argilla polimerica effetto turchese. Puoi farlo con qualsiasi gioiello a castone senza graffe.







1. Prendi 8 parti di argilla polimerica color turchese, 1 parte colore bianco, 1 parte colore ecru e mischiale bene.







2. Taglia a pezzi piccolissimi la pasta con una lama ondulata; se non ce l'hai anche una lama dritta per polymerclay andrà bene, oppure una lametta da barba (attenzione alle dita!!).








3. Fai lo stesso con un pezzetto di pasta nera. I pezzi devono essere molto piccoli ed irregolari.







4. Forma una sfera morbida con i pezzettini azzurri: non premere troppo, le particelle devono essere evidenti ed irregolari.




5. Rotola delicatamente la sfera sui pezzettini neri, coprendola in modo irregolare.







tutorial: Repair bezel jewelry: recreate the lost gem of a damaged jewel with polymerclay


6. Taglia la sfera a metà; regola la misura a seconda del tuo gioiello; colloca il lato piatto della mezza perla nello spazio vuoto del castone e modella delicatamente la forma desiderata.





7. Ricorda di non premere troppo: le crepe e le fessure devono vedersi.









8. Forma una piccola pallina di pasta azzurra e premila nel retro del gioiello nello spazio vuoto lasciato dalla pietra mancante, per fissare meglio la nostra gemma.





9. Cospargi uno strato sottile di tempera nera sulla pietra, facendo penetrare il colore nelle fessure; ripulisci subito con un fazzolettino; il colore deve rimanere nelle crepe lasciando pulita la parte azzurra. Colloca le pietre nel castone e cuoci tutto secondo le istruzioni della tua marca di polymerclay.



10. Una volta cotte incolla le pietre e il fermo retrostante con colla bicomponente; lascia asciugare e vernicia con vernice trasparente per polymerclay.


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domenica 18 ottobre 2015

10 oggetti che hai in casa per lavorare l'argilla polimerica - 10 items you have at home to use with polymerclay

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A che serve questa roba? sto costruendo un robot cuoco? ho svuotato la cantina? no no.. sto creando qualcosa in polymerclay :)

Non sempre è necessario comprare attrezzi costosi per lavorare il nostro materiale preferito. Molti strumenti utili si trovano in casa e sono efficaci tanto quanto quelli professionali.

Ho preparato allora un decalogo di quelli che io uso più spesso (in ordine sparso):

1. La bottiglia - mattarello
Per stendere la pasta occorre un mattarello perfettamente liscio; quelli in legno non vanno bene, perchè sono porosi, trattengono i colori più forti (rosso, verde, blu..) e alla lunga sporcano le paste più chiare.
Puoi comprare un mattarello in resina o plexiglass, oppure usare una semplice bottiglia di vetro o una lattina di alluminio.
Per stendere la pasta in spessori uniformi usa degli elastici ai due capi del "mattarello": più sottili o più grossi a seconda dello spessore che vuoi ottenere, ti aiuteranno a mantenere una sfoglia uniforme.

2. Il sale grosso
Fichissimo per le texture! puoi creare perle molto carine e particolari con il sale: forma delle sferette e rotolale nel sale grosso; cuoci, raffredda e sciacqua; il sale si scioglie via lasciando dei fori irregolari effetto pietra lavica. Lo adoro!!

3. Viti, rondelle, materiale di ferramenta
Tutti gli oggetti piccoli e rugosi, appuntiti, incavati etc etc sono perfetti per texturizzare la pasta: conficca, rotola, premi, buca, raschia per creare effetti sorprendenti; in particolar modo per la tecnica mokume gane.

4. Carta vetrata grossa
E' uno dei miei "mai-senza": la uso moltissimo per creare superfici ruvide, premendola più o meno forte sulla pasta. L'effetto è naturale e rifinito.

5. Lampadine (non più funzionanti)
Per creare dischi o altre forme bombate la base che uso è un bel bulbo di lampadina.. le francesi usano i piatti per le escargot (lumache!!), ma qui da noi non credo si trovino.. io uso le lampadine e mi ci trovo benone. Stendi il tuo disco o altra formina sul vetro e cuoci tutto: non c'è pericolo alla bassa temperatura di cottura del polymerclay, ma attenzione quando estrai dal forno, la lampadina scotta! Potrai realizzare forme curvate e bombate perfette o sbizzarrirti con altri tipi di lampadina: a punta, a spirale, ovali..

6. Lametta da barba
Da usare con moltissima attenzione per affettare le canes e per tutti i tagli piccoli e precisi. Le lame professionali sono abbastanza costose: a meno che tu non debba fare lavori piuttosto grandi la lametta andrà benone. Però devi stare attentissima a non tagliarti, è facile sbagliare lato e prenderla dalla parte della lama.. perciò ti consiglio di farle un manico con una piccola striscia di polymer, così da non confonderti quando la afferri.

7. Pelapatate
Ahaha lo adoro! è buffo ma utilissimo: per "pelare", appunto, sottili strati di pasta nel mokume gane e in mille altre tecniche. Devi provarlo, è troppo divertente!

8. Cannuccia
Semplicissimo: per fare fori larghi nella pasta. Tra l'altro il pezzettino che rimane all'interno una volta fatto il buco è un dischettino perfetto: non buttarli, usali per decorare a polka-dot!

9. Mollette da bucato
Un altro mai-senza: quando vernici le perle e devi farle asciugare, dove le metti per non farle appiccicare al tavolo? le infili in uno stecchino e lo metti di traverso a un bicchiere, oppure lo pinzi con la molletta così sta in piedi. Più facile a farsi che a dirsi ;)

10. Stecchini
Eccoli, i re dell'argilla polimerica, usati dalla principiante fino alla più grande artista del mondo: gli stecchini!! Ovvio, servono per forare e, l'abbiamo appena detto, per infilarci le perle.. ma non solo. Usa la punta per pizzicare la pasta e creare un effetto muschio o pelo, premili di piatto per scanalature, rompili e usa la parte frastagliata per texture di pallini irregolari, eccetera eccetera. Non puoi farne a meno!

Se ti piace lavorare il polymerlcay con texture ed effetti, come faux ceramic, mica shift, cloisonnè, effetto silkscreen, effetto broccato, dai un'occhiata ai miei fogli per texture e timbri: quali fantasie preferisci? se vuoi mostrami i lavori che hai realizzato con queste tecniche, sono curiosa!



English version

What is this stuff? Am I building a robot cook? Did I empty the cellar? no no .. I'm modeling polymerclay :)

It is not always necessary to buy expensive tools to work our favorite material. You can find many objects at home which are as effective as professional ones.

Here's the ones I use most often (in no particular order):

1. The bottle - rolling pin
To roll out the clay it's necessary a perfectly smooth rolling pin; wooden ones are not going well, because they are porous, hold the stronger colors (red, green, blue ..) and leave spots on the lighter colors.
You can buy a rolling pin in resin or plexiglass, or use a simple glass bottle or an aluminum can.
To roll the clay into uniform thickness use rubber bands at both ends of the "rolling pin": thinner or thicker depending on the thickness you want to achieve, it will help you to maintain a uniform layer of clay.

2. The salt
Very cool for textures! you can create very nice beads and details with salt: shape round beads and roll them in the salt; bake, let cool and rinse; salt melts away leaving irregular holes for a lava stone effect. I love it!!

3. Screws, washers, ironware
All wrinkled, sharp, hollowed objects are perfect for texturing the clay: stick, roll, press, puncture, scrape to create amazing effects; especially for the mokume gane technqiue.

4. Sandpaper
And one of my "never-without": I use it a lot to create rough surfaces, pressing it more or less strongly on the clay. The effect is natural and finished.

5. Ligh bulbs
To create discs or other rounded forms I use light bulbs as base. The French use the dishes for escargots (snails !!), but here in Italy they're impossible to find .. I use bulbs and they work well. Stretch out your disk or other shape on the glass and bake everything: there is no danger to the low cooking temperature of polymerclay, but beware when you take it out of the oven, the bulbs are hot! You will create perfect curved shapes or have fun trying other kind of light bulbs: pointed, spiral, oval ..

6. Razor blade
Use with extreme care for slicing canes and for all small and precise cuts. Professional blades are quite expensive: unless you don't have to do big items the razor blade will be OK. But you must be extremely careful, it is easy to absentuly grab the wrong side of the blade .. so make it a handle with a small strip of clay, so you won't mistake.

7. Peeler
Haha I love it! it's hilarious but useful: to "peel", in fact, thin layers of clay in mokume gane and many other techniques. You must try it, it's too funny!

8. Drinking Straw
Simple: to make large holes in the clay. And more: the little bit of clay that remains inside once the hole is made, is a perfect tiny round; don't throw them, use for a polka-dot decoration!

9. Clothes Pegs
Another never-without: when you paint your beads and have to dry them, where do you put them to avoid sticking on the table? insert them in a toothpick and put it across a glass, or pin them with a clothespeg so it stands up. Easier to do than to say;)

10. Sticks
Here they are, the kings of polymerclau, used by beginners to the greatest artist in the world: toothpicks !! Of course, they're used to drill and, as we just said, to hold beads .. but tehre's more. Use the tips to pinch the clay and create a moss or hair effect, press them flat to create grooves, break them and use the irregular broken side for textures, and so on. You can't live without!!

If you like modeling polymerclay with textures and effects, like faux ceramic, mica shift, cloisonné, silkscreen effect, brocade effect, take a look at my texture sheets and stamps: which patterns do you prefer? if you want show me your creations with these techniques: I'm curious!

martedì 13 ottobre 2015

L'essenza dell'artigianato: il libro fatto a mano - The essence of craft: handmade books

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Quanto mi piace quando trovo qualcosa che interessa trasversalmente le mie diverse passioni!

Ecco uno di quei casi: un bellissimo video che mostra il procedimento della stampa manuale. Libri + artigianato = me felice :)

Il perfezionamento della stampa a caratteri mobili è stata una di quelle meravigliose curve a gomito della storia dove il corso degli eventi prende una gran botta e schizza in una direzione tutta nuova.
La diffusione della stampa ha scompigliato, sconquassato e ribaltato le società, le persone, il pensiero.. tutto tutto! ma questa non è una lezione di storia..

Condivido con te questo video perchè non voglio assolutamente che tu ti perda la bellezza delle mani al lavoro, i dettagli dei materiali, la precisione e l'amore dietro un'abilità antica.
In poche parole perchè è la quintessenza dell'artigianato: la mente dietro la mano, il passaggio magico tra l'idea e il banco di lavoro.. ecco, tra questi due punti, ciò che accade tra il pensiero e l'oggetto.. quello è l'artigianato.

E allora goditelo e dimmi se anche per te l'artigianato è questo.




English version


How much I love when I find something that concerns crosswise my different passions!
That's one of those cases: a great video showing the process of manual printing. 
Books + Crafts = me happy :)
The development of the printing technique was one of those wonderful sharp turns in history where the course of events takes a blow and sprays in a whole new direction.
The spread of printing messed, battered and overturned societies, people, thinking .. everything! but this is not a history lesson ..
I share with you this video because I do not want absolutely that you miss the beauty of the hands at work, the details of the materials, the precision and the love behind an ancient skill.
In a few words because it is the quintessence of craft: the mind behind the hand, the magical transition between the idea and the work bench .. here, between these two points, what happens between the thought and the object .. that is craft.
So enjoy it.

sabato 10 ottobre 2015

Expo 2015 con gli occhi della crafter (e senza fare code..) - Expo Milan 2015 from a crafter's point of views (and without queues..)

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Abito molto vicino a Milano, e in più ho ricevuto i biglietti in regalo (grazie suoceri!!), perciò era abbastanza scontato che prima o poi andassi a visitare questa benedetta Expo. Come al solito tutto si è ridotto molto più al poi che al prima, cioè a ottobre; cioè all'ultimo mese; cioè al delirio.
Per me un gruppo di dieci persone è già una folla che mi dà ai nervi, e il mio compagno è l'uomo con meno pazienza di tutto il pianeta (che bella coppia eh), ergo abbiamo deciso di seguire una regola: si guardano solo i padiglioni senza fila. Così ne vediamo di più e non scleriamo.. in fondo dappertutto c'è qualcosa di interessante e bello, no? --> motto della crafter ottimista
E proprio perchè sono una crafter, e tale si nasce e si rimane sempre, è con questi occhi che ho guardato, quelli dell'artigiana, della creativa.
D'altra parte ciò calza a pennello: l'Esposizione Universale nasce nell'Ottocento per mostrare a tutti la bravura dei Paesi partecipanti nell'industria, nella cultura, nell'arte, nei prodotti.. e cos'è tutto questo se non creatività?
Perciò ecco il mio mini-reportage fotografico:



Expo 2015 con gli occhi di un'artigiana (e senza fare code..)


In questo inizio del mese di ottobre, ultimo dell'Esposizione, ci sono già stati giorni con code di 7 (sette!) ore per alcuni padiglioni: una faccenda per me totalmente inconcepibile.. forse forse 7 ore di coda le farei per ottenere l'elisir per dimagrire mangiando solo lasagne e pizza, oppure per una fornitura gratis a vita da Micheal's. Perciò imperativo categorico: non faremo code.
Poichè ci sono più di 50 padiglioni a Expo, oltre ai cluster, cioè raggruppamenti di padiglioni più piccoli, di certo la roba da vedere non manca; di sicuro c'è qualcosa di bello e interessante anche negli allestimenti degli Stati meno famosi e "fighi".
Forti di questa certezza siamo partiti di buon'ora in modo da essere ai cancelli mezz'ora prima dell'apertura; circa 40 minuti di coda (eh sì, questa abbiamo dovuto farla per forza) e siamo entrati.
Ti dò subito un consiglio scontato: appena vedi un padiglione senza fila, fiondatici dentro; tieni i cluster per dopo: in quelli non c'è MAI fila. Alcuni Paesi non li vedrai proprio, a meno che tu voglia visitarne solo due in tutta la giornata e passare la tua gita ad Expo in piedi spintonata da anziani (ebbene, anche gli anziani spingono e sono impazienti.. roba da non credere) e assillata da bambini urlanti.
I cluster sono zone tematiche dove Paesi che non hanno potuto o voluto farsi un padiglione tutto per sè sono raggruppati in strutture più piccole a seconda delle loro risorse o aree climatiche: ad esempio il cluster Zone aride, o quello Caffè eccetera. Quasi nessuno se li fila, purtroppo (ma per fortuna per me); noi invece li abbiamo vistati tutti, più i padiglioni con nessuna o pochissima coda.
Abbiamo fatto un errore: abbiamo visitato prima i cluster, la mattina, quando invece c'erano alcuni padiglioni nazionali ancora semivuoti, pensando (illusi!) che sarebbero rimasti tali anche dopo. Sbagliato! al pomeriggio anche alcuni di questi erano presi d'assalto. Perciò ripeto: guarda i padiglioni al mattino fintanto che sono liberi, al pomeriggio vedrai i cluster.
L'occhio artigiano ha osservato, naturalmente, i prodotti manuali in esposizione; l'Expo è sostanzialmente due cose: una spettacolare mostra di architettura e una versione gigante della Fiera dell'Artigianato (se sei di Milano sai di cosa parlo.. se no vieni a vederla almeno una volta!!).
Ho raccolto così molte foto, impressioni, spunti dagli oggetti che ho visto e dagli artigiani che li hanno realizzati.
Ecco allora il mio racconto per immagini dei Paesi meno noti, forse meno appariscenti nelle architetture degli stand, ma che mi hanno colpita per i bellissimi effetti visivi dei loro prodotti.


Color craft pictures from Milan Expo 2015

Colori


Maschera in legno, Gabon
Maschere e statue in legno, Guinea
Piattini e statuine in pietra saponaria, Kenya
Vasellame da tavola, Tunisia
Borse in tessuto, Cambogia
Decoro da appendere in noce di cocco, Togo
Collane di perline, Liberia
Sgabelli intagliati, Uzbekistan
Ampolle di vetro, Tunisia
Vasetti con disegni di sabbia, Giordania
Animali in foglia di banano, Madagascar
Scarabei in ceramica, Egitto
Bauli, sandali, scatole in cuoio, Mali


Tessuti


Fabric craft pictures from Milan Expo 2015


Camicie, Gambia
Pannelli decorativi, Sri Lanka
Camicia, Gambia
Arazzo in lana, Kyrgiztan
Borse e scarpe, Benin
Tessuto di cotone, Repubblica Centrafricana
Batik, Uganda
Tessuti di cotone, Repubblica Centrafricana
Costume scenografico di foglie, Costa d'Avorio
Guanto in feltro, Kyrgiztan



Gioielli


Jewelry craft pictures from Milan Expo 2015


Bracciali in madreperla, Congo
Ornamento per la fronte, Timor Est
Bracciali a fascia, Somalia
Collana di conchiglie, Madagascar
Orecchini in tessuto, Rwanda
Collane di perline, Senegal
Collane antiche, Yemen
Scarabei in ceramica, Egitto
Maxi collane, Senegal
Bracciali, Guinea equatoriale
Perle di lapislazzuli, Afghanistan



Sculture


Sculpture craft pictures from Milan Expo 2015



Anfora in terracotta, Uzbekistan
Recipiente in legno, Djibouti
Scultura in legno, Vanuatu
Maschera in legno, Gabon
Maschere in legno, Repubblica Centrafricana
Strumenti musicali in legno, Repubblica Centrafricana
Arredi e recipienti, Etiopia
Sculture in legno, Tanzania
Sculture in legno, Ghana


Texture


Textures craft pictures from Milan Expo 2015


Fossile levigato, Madagascar
Pouf in cuoio, Mauritania
Vetro decorato, Turchia
Bauletti con intarsi in madreperla, Egitto
Scrigni in legno, Tanzania
Contenitore in tessuto, Eritrea
Stuoia, Vanuatu
Mobile intarsiato, Uzbekistan
Stoviglie e strumenti tradizionali, Algeria
Piatti in ceramica, Palestina



English version

I live near Milan, and plus I received the tickets as a gift (thanks in-laws!!), so it was quite obvious that sooner or later I'd go to visit Expo. As usual it finally was later rather than sooner, that is, in October; that is, last month; that is, absolute delirium.
For me, a group of ten people is already a crowd that gets on my nerves, and my partner is the man with less patience on the planet (what a nice couple..), ergo we decided to follow a rule: we'll only visit pavillions without queue. So we can see more without getting mad .. basically everywhere there is something interesting and beautiful, is there? -> Motto of the optimistic crafter.
And just because I'm a crafter, which you born and remain always, it's with these eyes that I watched, those of the craftsman, the creative.
Indeed, it fits perfectly: the World Exposition was born in the nineteenth century to show all the skills of the participating countries in industry, culture, art, products .. and what is all this if not creativity ?
So here's my mini photo report:



Expo 2015 through the eyes of an artisan (and without having to queue ..)


At the beginning of October, the last of the Exposition, there have been days with queues of 7 (seven!) hours for some pavilions: that's for me totally inconceivable .. maybe I'd suffer seven hours of queue to get the elixir to lose weight by eating only lasagna and pizza, or for a free lifetime supply at Micheal's. Therefore categorical imperative: we will not do queues.
As there are more than 50 pavilions at Expo, as well as clusters, ie groups of smaller pavilions, sure there is no lack of nice thing to see; for sure there is something beautiful and interesting also in the installations of the less famous and cool countries.
Strengthened by this certainty we left early to be at the gates half an hour before the opening; about 40 minute of queue (yes, this one was necessary) and we entered.
I give you some obvious advice immediately: once you see a pavilion without queue, go immediately inside; keep the cluster for later: there is NEVER queue in clusters. Some countries will simply be impossible to see, unless you want to view only two in all day and spend your trip to Expo standing shoved by grannies (yes, even the elderly are impatient and push .. that's incredible) and upset by screaming children.
Clusters are thematic areas where countries which couldn't or wouldn't have a pavilion all by itself are grouped into smaller structures depending on their resources or climatic areas: for example, the cluster Drylands, or the Coffee one etcetera. Almost no one has queues, unfortunately for them (but fortunately for me); we visited all them plus the bigger pavillions with short or no queue.
We made a mistake: we visited cluster first, in the morning, when in fact there were some national pavilions still half-empty, thinking (deluded!) that they would remain so. Wrong! in the afternoon even some of these were assaulted. So I repeat: look at the bigger pavillions in the morning as long as they are empty, in the afternoon you will see clusters.
The eye of the crafter noticed, of course, the handmade products; the Expo is basically two things: a spectacular exhibition of architecture and a giant version of the Craft Fair (if you live in Milan you know what I mean .. if not come to see it at least once !!).
I collected so many photos, impressions, ideas from the objects I saw and the craftsmen who made them.
Here then is my story in pictures of the least known Expo countries, perhaps less sparkling in the architecture of the stands, but that struck me for the beautiful visual effects of their products.

venerdì 2 ottobre 2015

Cambiare è l'essenza del crescere: un post botanico - Change is the essence of growing up: a botanical post

Cambiare è l'essenza del crescere: una frase così azzeccata per la mia ultima creazione!

Da un po' di tempo avevo voglia di esplorare qualcosa di diverso, uscendo un po' dal.. seminato; amo sempre creare gioielli e continuerò a farlo, ma qualche chiacchierata con un'amica creativa mi ha convinta che era ora di tentare un settore nuovo.
Un po' il Natale in arrivo (terribile, lo so, pensare al Natale ad ottobre.. ma bisogna portarsi avanti, le creazioni che voglio preparare sono tante e le ore della giornata sempre poche...), un po' la tentazione di provare nuove tecniche che mi tormenta sempre, infine la linea più minimal che lentamente sta prendendo la mia creatività mi hanno fatto decidere di cimentarmi con l'homedecor.

Oggetti non più da indossare per abbellire sé stesse ma per la propria casa: in fondo anch'essa è parte di noi, parla di noi e, forse più di tutto il resto, racchiude i nostri ricordi e la nostra essenza; perciò totalmente in linea con la mia mission "indossa qualcosa che ti racconti, che parli di te" ho voluto allargare obiettivi e creatività verso questi soggetti.

Eccola dunque, la mia ultima fatica: per la casa, ma in fondo per noi, perchè la nostra casa ci rispecchia quanto poche altre cose!

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate: vi dedicate a curare l'aspetto della vostra casa come il vostro? chi entra nel vostro appartamento riuscirebbe a comprendervi già solo guardando i mobili e i colori?
Nel mio caso assolutamente sì: la mia casa è molto, ma molto eclettica; mi piacciono le sedie scompagnate, le librerie moderne dai colori accesi accanto al comò artigianale degli anni cinquanta, i mappamondi antichi sotto alle locandine dei film.. il mio arredamento va di pari passo col mio modo di vestire, di mangiare, con le mie amicizie e i miei interessi. A pensarci bene è incredibile come ci rispecchia!!

Ditemi la vostra, sono curiosa

ps. anche sui nuovi mini vasi! ;)

Mini planters in polymerclay

Minimal cactus pots
Succulent mini planters

























































Change is the essence of growing up: a sentence so apt for my latest creation!

Since some time I wanted to explore something different, going a bit "out of the sown"; I always love to create jewelry and will continue to do, but some chat with a crafty friend convinced me it was time to try a new sector.
It could be 'cause Christmas is coming (terrible, I know, thinking about Christmas in October .. but you have to move forward, I want to prepare so many creations and the hours of the day are always too few ...), or the temptation to try new techniques that always haunts me, or finally the more minimalist shape that is slowly taking my creativity, made me decide to try with the homedecor.

Items no longer to wear to beautify yourself but for our home: after all it is part of us, too, it speaks of us and, perhaps more than anything else, embodies our memories and our essence; so, totally in line with my mission "wearing something that speaks of you, that is about you," I wanted to broaden goals and creativity towards these subjects.

Here it is, my latest work: for the house, but in the end for us, because our home reflects us as a few other things!

I'd like to know what you think: do you take care of the appearance of your home as of yours? those who enter your apartment would be able to understand you just looking at the furniture and colors?
In my case, absolutely yes, my house is very, very eclectic; I like mismatched chairs, modern libraries in bright colors next to the fifties handmade dresser, antique globes beneath movie posters .. my homedecor goes hand in hand with my way of dressing, eating, with my friendships and my interests. Thinking about it is amazing how it reflects us !!

Tell me your opinion, I'm curious!

ps. Also about the new mini pots ;)