Recent Posts

mercoledì 1 novembre 2017

Arcobaleno incompleto: perchè non trovi tutti i colori nelle mie tinture naturali

Tintura naturale. Questo è quello che faccio e queste parole hanno un significato preciso, che prendo alla lettera.
Perchè tingere naturalmente? Perchè usare le piante per dare colore ai tessuti quando da più di un secolo sono stati inventati comodi ed economici prodotti per tingere di origine sintetica, che offrono una gamma infinita di sfumature, rapidità d'uso e durevolezza imbattibile?
Debbo riconoscere che in molti casi la tintura naturale è un vezzo. Si impiegano sì materire tintorie di origine vegetale, sovente esotiche, ma per ottenere effetti sorprendenti, un ventaglio cromatico più ampio, decorazioni accattivanti si studiano operazioni complesse che coinvolgono sostanze sintetiche e necessitano di un grande dispendio energetico. I risultati sono molto belli, spesso, ma per il mio personale pensiero questo non ha più molto titolo per collocarsi nell'ambito della tintura naturale.
Per me naturale significa soprattutto ecosostenibile. Questa è la ragione per usare tessili tinti naturalmente. Perchè hanno un ridottissimo impatto ambientale, non sono allergizzanti sulla pelle, sono espressione di una lunga tradizione locale. Se decade uno di questi elementi, o tutti, dal mio punto di vista viene meno anche il senso di tutta l'operazione... insomma tanto vale mettere i nostri panni in lavatrice col famoso colorante industriale che troviamo al supermercato.
Certamente la tintura in quei termini può essere divertente, sarà interessante sperimentare, non dico di no. Per questo rispetto la scelta di chi porta la tintura in questa direzione. Ma non è la mia scelta.

Veniamo così al motivo per cui la gamma di colori dei miei tessili può sembrare limitata. Non ho rossi intensi, pochi blu e viola, nessun nero. Perchè?

Perchè la mia tintura è ecologica e locale. Questi sono i miei punti cardine.
Non uso viranti o mordenti sintetici, nè operazioni che richiedono calore per lungo tempo o ingenti quantità di acqua (già di per sè la tintura, qualsiasi tintura, non ne richiede poca), scelgo solo piante locali.
Sulla scelta dei vegetali vorrei approfondire, perchè da essa deriva la mia gamma di colori che ad alcuni può sembrare mutila ma è semplicemente l'espressione del mio territorio e di ciò che offre.
Quando dico che uso piante locali intendo che adopero erbe, fiori, frutti che trovo intorno a casa, o in ambienti circostanti che raggiungo fisicamente in prima persona, per cogliere a mano uno per uno gli elementi vegetali che mi servono, laddove è concesso e rispettandone l'habitat. Quasi ogni giorno esco a piedi a raccogliere, con i guanti le forbici e una borsa di tela. Conosco i luoghi, i periodi o ne cerco di nuovi. Quando raccolgo non strappo tutto ciò che trovo, non asporto radici, permetto alla pianta di continuare a riprodursi. Se so che una pianta è locale ma non la trovo, chiedo a un'amica di guardare nel suo giardino, nel bosco vicino a lei, nel campo incolto del vicino e le chiedo di coglierla per me.
Per questo motivo non trovi i rossi i viola i neri tra i miei tessuti e filati: non ci sono attorno a me piante che danno questi colori.
Potrei acquistare su internet polverine confezionate di piante esotiche già lavorate e pronte per tingere; potrei comprare al supermercato frutta che arriva dall'altra parte del mondo; potrei cercare tintorie spontanee di cui si impiegano le radici estirpandole e l'anno seguente non troverei più niente; potrei usare coloranti di origine animale; potrei metter su una coltivazione di guado, presente in Italia da millenni, e per estrarne il colore impiegare un procedimento lungo, energivoro e con reagenti chimici. Ma non lo faccio, perchè secondo me non ha senso.
Tingere con le piante per me non è un vezzo, una moda, un esperimento divertente (beh, questo sì, in un certo senso, sempre); è una scelta consapevole che si abbina, nel modo più coerente che posso, a tutte le altre scelte di vita. Per quanto mi è possibile, sbagliando a volte, interrogandomi spesso, cerco di dare un senso a quello che faccio riducendo l'impronta ecologica delle mie attività, dei miei consumi. La tintura naturale è la conseguenza di un modo di vita che ho scelto molto tempo fa e che provo a rispettare e raccontare ogni giorno, dalle piccole cose a quelle grandi.
Perciò non trovi rossi fiammeggianti, blu profondi e viola intensi nelle mie tinture, ma "solo" gialli accesi o tenui, arancioni solari o pesca, azzurri celesti o turchesi, verdi pallidi o salvia, rosa antico, beige, marroni, bordeaux... sono i colori che ci regala la natura a me vicina, spero ne apprezzerai la bellezza e soprattutto ne comprenderai il valore.


sabato 28 ottobre 2017

Lana grezza e amicizia artigiana: perchè sono felice di fare questo lavoro

Un'altra delle cose meravigliose dell'essere un'artigiana: gli scambi e i doni fatti con spirito di collaborazione e apprezzamento sincero. Ricevo dalla collega Gio una selezione di matassine di lana non trattata, scampoli tessuti a mano, una favolosa pezza di canapa grezza. Con questi filati artigianali, locali, provenienti dalle colline tosco-emiliane Pupillae Art Dolls realizza bambole che riconosci al primo sguardo: l'atmosfera retrò, sognante, sospesa tra un vecchio circo e un film di Burton, tra una damina alla corte del re Sole e la New Orleans degli anni Venti è unica e piena di significato. Ringrazio Gioconda per questo piccolo affascinante campionario che non vedo l'ora di tingere con le piante più pregiate e interessanti, e ti invito a visitare il suo mondo di lana e poesia 💛




Ho tinto e messo ad asciugare i preziosi filati e panni: due matasse di lana grezza, filata in un'antica filanda al confine tra Emilia Romagna e Toscana da un artigiano che porta avanti una tradizione di famiglia da molti anni; due pezze della stessa lana tessuta in panni spessi e operati; una tela di canapa semplicissima e molto, molto bella. E' la prima volta che vedo un tessuto di canapa e ne sono totalmente conquistata. Vedremo come si comporterà alla prova del colore! Non sei curiosa? 😊

venerdì 13 ottobre 2017

Sfodera gli uncinetti... collaborazione in vista

Cerretta (Serraturla tinctoria), Cavolo rosso (Brassica oleracea var. capitata rubra) e Piantaggine (Plantago lanceolata) hanno colorato questi gomitoli che sono in viaggio, insieme ad altri variopinti, verso un'uncinettatrice super speciale per una collaborazione segreta 😁 al momento opportuno sveleremo le nostre carte e sfoderermo i nostri uncinetti.. o meglio magari lo farai tu perchè io non so nemmeno come si tenga in mano 😅 ma le collaborazioni servono a questo 😉


giovedì 5 ottobre 2017

Tintura naturale dei tessuti: il mio e-book "Tingi con le piante in cucina"


Me l'avete chiesto in tantissimi: finalmente sono riuscita a scrivere il mio e-book sulla tintura naturale!
Per chi si avvicina per la prima volta alla tintura vegetale ho preparato un vademecum semplice con le piante tintorie che puoi trovare in cucina: scarica gratis "Tingi con le piante in cucina" e aggiornami sui tuoi esperimenti :)

lunedì 2 ottobre 2017

Tuttosicrea davanti alla telecamera: non si sa mai cosa ti può capitare nella vita!

Oggi ti mostro qualcosa di me che forse non ti aspetti 😊

Il percorso creativo è sempre in evoluzione, e tutto contribuisce a portarci dove siamo oggi e dove arriveremo domani.
Ho iniziato a lavorare l'argilla polimerica una dozzina di anni fa, ne ho esplorato ogni anfratto, ogni piega e ogni superficie. Questo materiale mi ha dato tanto, ma ad un certo punto ho capito che dovevo cercare un mezzo più in linea con il mio stile di vita e con quello che voglio comunicare alle persone; un materiale più naturale, più originario. Certamente la soluzione più ovvia sarebbe stata la ceramica, ma essa richiede attrezzature, tempi e spazi che ahimè non posso permettermi di allestire ora. Così dopo tanti esperimenti sono giunta a mettere a punto il "mio" mix di argille, gesso e altri elementi che mi consente di lavorare bene, tener fede all'ecologia e fare un altro pezzo di strada. Quello che trovi in negozio ora.
Però se sono stata in grado di arrivare fin qui, e, spero, di poter proseguire oltre, è grazie all'esperienza lunga e impegnativa con l'argilla polimerica. I gesti, le manualità, le concezioni sono in gran parte gli stessi, e le tecniche che ho (auto)appreso allora mi sono utilissime ancora oggi. E' per questo che non rinnego affatto i trascorsi "polimerici", anzi. Spesso proprio da lì molte artigiane partono per avvicinarsi alla ceramica o anche ai metalli, da un materiale "facile" e reperibile, senza bisogno di forni speciali, spazi enormi, colori laboriosi.

Perciò quando ho ricevuto la proposta di una collaborazione importante, che riconosceva la mia professionalità e voleva avvicinare altre donne a questa disciplina, ho pensato che sarebbe stato sciocco non accettare.
Primo perchè io sono anche quello, cioè come ho detto l'esperienza di anni con l'argilla polimerica ha contribuito a portarmi qui; secondo perchè non mi piace tenere "i segreti" e quello che so amo divulgarlo, di certo non ho inventato niente di sconvolgente e mi fa piacere che altri si approccino all'artigianato creativo; infine, non posso nasconderlo, perchè mi sono sentita lusingata, apprezzata e come "premiata" di tanto impegno e fatica.

Vivo questo come un tuffo nel passato, come riguardare vecchie foto di quando eravamo giovani :D
Anche se ti sembrerà bizzarro - abituata a contenuti molto diversi su queste pagine - ti faccio vedere allora cosa ho combinato con DeAgostini DeAbyDay .
C'è un canale tutto mio sul loro sito con i tutorial e alcuni progetti che mi sono stati richiesti.

Ringrazio tanto Serena che ha pensato a me (a proposito di ricordi di gioventù!) e tutta la squadra dei videomakers che mi ha fatto provare un'esperienza bellissima e formativa. Non mi abituerò mai a vedermi con quel trucco ma è stato fico.

Questa sono io davanti alla telecamera 🙈




giovedì 20 luglio 2017

Stoffe, spilli e filati: manualità antiche hanno ancora un valore

Ultimamente ho messo mano solo alle tinture, o meglio ai risultati delle tinture. Ho deciso che devo trarne qualcosa di concreto da tutti questi tessuti... Ci sono cose che faccio da anni e tengo lì in un cassetto per me o per i miei cari, perché penso sempre che non interessino ad altri. La tecnica della tintura vegetale è una di queste, un'arte antica e tradizionale - non ho scoperto niente di nuovo - che però vedo affascina e piace alle persone. Allora perché non tirarla fuori da quel cassetto, assieme a saperi imparati (grazie mamma) e messi da parte ? È una vita intera che sono circondata da stoffe, spilli e filati, una famiglia di artigiane che ha fatto sì che per me questa fosse la normalità. Invece tante persone conosciute grazie alla mia attività mi hanno fatto capire che non è banale e che manualità antiche hanno ancora un valore. 💛


martedì 4 luglio 2017

Acqua di lavanda anti zanzare: ricetta con oleolito

Visto che mi è stato chiesto da tante ecco la ricetta per l'acqua alla lavanda anti zanzare.
Prima fai l'oleolito: in un barattolo di vetro pulito con coperchio ermetico metti circa 1/3 del volume di fiori di lavanda secchi. Meglio di quelli freschi per evitare che si guastino. Ricopri olio evo, oppure, se non ami l'odore forte, olio di mandorle o girasole. Chiudi il vasetto e rivestilo di stagnola, mettilo al buio al fresco in un armadio per un mese agitando una volta al giorno.
Quando è pronto metti circa 3 parti di oleolito ogni 10 parti di acqua in uno spruzzino e usa come gli spray antizanzare.
Fammi sapere come ti trovi! 😘