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giovedì 10 dicembre 2020

Natale naturale: addobbi invernali dal giardino

In genere non sono una grandissima fan degli addobbi, o meglio adoro vederli e mi piace il luccicare e la pienezza di festoni, ghirlande e palline; ammiro davvero chi sa con estro e gusto portare dentro casa i segni delle stagioni - non solo per Natale - con composizioni e decori. Però io non li faccio mai! 

Finora ho abitato in case piccole e molto incasinate, avendo quasi sempre prima lo studio poi il laboratorio nel soggiorno o, peggio, in cucina; tre gatti e pochissimo tempo non miglioravano la situazione. Perciò al massimo decoravo le finestre o qualche scaffale delle librerie, e fine della faccenda.

Ma non ero soddisfatta, mi mancava l'atmosfera di gioia e cura del Natale a casa dei miei genitori, quando il mio babbo preparava presepio, albero, angolini qua e là - sopra la tv, sul mobiletto dell'ingresso, nella nostra cameretta - con grazia e quella rustica semplicità che rimarrà sempre per me il sapore delle feste.

Quest'anno la casa nuova, grande e antica, il giardino pieno di alberi e arbusti, (il tempo libero, quello no... è poco come prima 😅) e il desiderio fortissimo di bontà e calore sarebbero stati finalmente le condizioni perfette per ri-cominciare a portare quell'aria festosa dell'infanzia anche qui. Ma... il 2020 ci ha messo il suo brutto zampone anche tra i miei poveri addobbi...! ahimè rimasti tutti nella casa vecchia, col trasloco fatto in fretta e furia e a spizzichi e bocconi nelle brevi finestre disponibili per spostarsi tra regioni. Tornerò a recuperare il resto a settembre, no a novembre, no a dicembre... sta tutto ancora là.

Quindi avevo una grandissima voglia di palline lucine stelline e candeline, e niente nientissimo a disposizione. Assolutamente non volevo ricomprare tutto, sia perchè sarebbe stato uno spreco sia perchè ai miei addobbi di famiglia sono affezionata, sono vecchi (vintage?) e pienissimi di ricordi belli e teneri.

Allora ho acquistato solamente due catene di luci per l'esterno, dato che non avendo mai avuto un albero in giardino non possedevo comunque niente del genere, una per il cipresso (ahimè l'abete è troppo alto e grande ci vorrebbe un km di lucine) e una per la loggia. Per il resto sono semplicemente uscita fuori e ho raccolto quel che c'era, così come hanno sempre fatto i nostri avi e come è iniziato tutto: addobbare le stanze e gli spazi nasce così, con rami e frutta e fiori offerti dalla natura.


Ecco il risultato.


Ghirlanda di eucalipto e piracanta















Rami di eucalipto freschi, rametti di piracanta, fil di ferro verde, pinze da taglio
Inizia a disporre i rami a forma di cerchio riempiendo bene gli spazi con le foglie



Sovrapponi la fine di ogni rametto con la cima di un altro per almeno 10-15 cm




Fissa in due o tre punti col fil di ferro ogni ramo al successivo



Prosegui per tutto il cerchio aggiungendo fronde più piccole dove ci sono vuoti





In due o tre punti aggiungi sopra i rami di eucalipto dei rametti di piracanta, legandola in alto e in basso



Aggiungi un nastro o uno spago in alto per appenderla


Può capitare che il peso stesso della ghirlanda la allunghi un po' verso il basso rendendola ovale




















In questo caso è sufficiente legare un filo di cotone al centro inferiore della ghirlanda, tirarlo bene e fissarlo al centro superiore in modo da riequilibrare la forma tonda





















Non occorre bagnare o fissare le fronde: dopo pochi giorni le foglie dell'eucalipto schiariranno assumendo la stupenda tonalità tipica di questa pianta, e i bordi si arricceranno naturalmente con un effetto molto scenografico. La piracanta invece durerà intatta molte settimane senza perdere vigore.


Il mini albero di fronde


Rametti e fronde di pino, abete, cipresso, quercia, alloro; fil di ferro verde, pinze da taglio; cono di cartone, ramo dritto





Infila il bastone nel cono di cartone (io ho usato l'anima interna delle rocche di filato) in modo che stia in piedi. Disponi i rametti e le fronde intorno al cono dalla base verso la punta fissandole con giri di fil di ferro.



                                      
Come addobbi puoi usare palline normali o dipingere le galbule ("pigne") del cipresso in oro, argento, rosso... con le tempere.



Aggiungi lucine se ne hai e poggia su una base come una fetta di tronco o una scatola.




Mini ghirlande di rosmarino


Piega a cerchio dei rametti lunghi di rosmarino fresco, legali con spago o nastrino e usali come chiudipacco, addobbi per l'albero o mini ghirlande da appendere.

giovedì 29 ottobre 2020

Un dolce "vintage": la cotognata.





 Nel giardino del casale ho trovato molti alberi da frutto già piantati e cresciuti, anzi alcuni decisamente vecchi: varietà comuni ed altre più rare, o antiche, o rustiche.

Tra queste cinque meravigliosi meli cotogni.

In primavera i loro fiori sono inaspettatamente belli, grandi e di un delicato rosa su rami scuri e dallo sviluppo armonico e quasi geometrico.

Tanto graziose le corolle quanto sgraziati i frutti: gibbosi e irregolari, con una peluria in superficie che sembra vecchia lana consumata, sono durissimi e praticamente immangiabili da crudi.

Ma come spessissimo accade nelle tradizioni contadine, ci sono ricette per sfruttare questi doni dall'involucro forse poco attraente ma dal contenuto delizioso.


La cotognata: confettura solida che ristora il cuore in inverno. I bambini di qualche decennio fa ne ricevevano pezzetti come caramelle o dolcetti, e le diverse varianti regionali da nord a sud ci ricordano quanto è splendido il nostro paese: dai sapori speziati del nord ai meravigliosi stampi in terracotta del sud.


Questa la ricetta che ho seguito io.


3 kg di mele cotogne

1 kg di zucchero di canna

1 limone

400 ml di acqua

1 cucchiaino di cannella



Pulisci la peluria delle cotogne e tagliale a pezzetti piccoli eliminando il torsolo ed eventuali parti rovinate, conservando la buccia. Man mano che le affetti metti le mele in pentola con l'acqua e il succo del limone.

Poni sul fuoco basso mescolando per circa mezzora o comunque finchè la frutta sarà diventata una purea; col frullatore a immersione riduci a consistenza omogenea, senza pezzettoni.

Aggiungi lo zucchero, la cannella, mescola bene e cuoci ancora circa venti minuti, finchè sollevando il composto con il cucchiaio esso non cade subito bensì rimane viscoso.

Versa la cotognata in stampini monoporzione oppure in stampi più grandi da cui poi taglierai i pezzetti con il coltello; gli stampi da cotognata tradizionali sono di metallo o di coccio, ma vanno benissimo quelli in silicone o antiaderenti.

Sbatti bene per livellare e lascia asciugare qualche ora. Dopodichè quando è ben sodo sforma il dolce, se hai usato stampi grandi taglialo a tocchetti e lasciali asciugare da tutti i lati, girandoli ogni tanto, per almeno due giorni.

Quando è tutto ben asciutto puoi riporre i pezzetti di cotognata in un contenitore ermetico oppure - come si usava una volta - avvolgerli nella carta oleata, carta forno o tessuto cerato e conservarli al fresco.


La cotognata si mangia da sola come dolcetto, oppure a colazione o per merenda sul pane come marmellata, o ancora a pasto come accompagnamento per i formaggi.

venerdì 22 maggio 2020

Antichi odori di Mediterraneo: feta aromatizzata sott'olio

Mi piace molto impiegare i sapori spontanei della natura, impregnarne i cibi e gli alimenti più semplici con procedimenti lenti e tradizionali: richiedono pazienza per il tempo necessario al riposo o alla maturazione, ma non necessitano di molto lavoro, nè di alcun attrezzo speciale.
Certo sono aromi e accostamenti alla buona, niente di sofisticato da grande chef: ma il genuino vince sempre sull'elaborato, secondo me.
Ecco allora la semplicissima, estiva e saporitissima ricetta della


Feta sotto'olio alle erbe aromatiche



Ingredienti: 
200 grammi di formaggio feta greco
5 foglie o rametti ciascuno di rosmarino, menta, salvia, timo
1 spicchio d'aglio
alcuni grani di pepe nero
250 ml circa di olio evo
vasetto di vetro con coperchio

Taglia a cubetti la feta, lava e asciuga le erbe, trita finemente l'aglio; poni tutti gli ingredienti in un vasetto di vetro di adeguata capacità, ben lavato e sterilizzato (anche il coperchio!).
Copri completamente con l'olio, chiudi benissimo e smuovi un po' sottosopra.
Lascia riposare al buio per almeno due settimane.


Questo contorno sprigiona puro odore di Mediterraneo, di estate assolata, di pietanze antichissime dalle radici millenarie. Io lo adoro!

domenica 30 giugno 2019

Antiche erbe per tingere e lavare: saponaria, mallo di noce, fiori e ghiande

Sono sempre interessata a scoprire produzioni belle e sostenibili, perché la modernità può portare benefici in molti campi, anche in uno antichissimo come quello del tessile.
Dall'altro lato però ho sempre i miei buoni vecchi strumenti e materiali, perché se una cosa funziona non si cambia 😊 ecco allora sull'aspo la lana di pecora brianzola filata a mano, in matassa la vedi binata (cioè doppiata per renderla più spessa e resistente), nel suo colore originale.
Con la saponaria, il fiore bianco, la posso lavare e con le ghiande mordenzare, ovvero preparare per ricevere la tintura. Con il mallo di noce qui davanti, o con i fiori gialli di solidago là dietro, oppure con mille altre piante ed erbe, la posso tingere impiegando lo stesso metodo usato per migliaia di anni dai miei predecessori.
Nel frattempo sto coltivando il cotone, per esplorare ancora un'altra strada.
Come vedi la natura non finisce mai i regali e le sorprese per noi.
I materiali per tingere e lavare la lana - saponaria, mallo di noce, solidago essiccati - sono disponibili in negozio 🌼


domenica 16 giugno 2019

Millequattrocento anni fa

Oggi sono a Lomello per la rievocazione longobarda 😊 il mio animo secchione di storica esulta 😁 
In effetti molti degli elementi che uso quotidianamente per lavorare si potevano trovare tal quali millequattrocento anni fa al tempo di Teodolinda e Agilulfo, le cui nozze sono ricordate in questa manifestazione.
Le erbe per tingere e per lavare, come la saponaria che vedi qui; la lana, filata a mano come questa con uno strumento del tutto simile, l'arcolaio a pedale; gli abiti in tessuti naturali come il lino e la lana.
È affascinante considerare che faccio gli stessi gesti che facevano i nostri avi dell'alto medioevo e anche prima, e a pensarci bene sospetto che sia uno dei motivi che mi ha spinta a fare questo lavoro 😁


lunedì 3 giugno 2019

Lana infeltrita: quando è un'arte

La lana non è tutta uguale: la più soffice e con le fibre più lunghe è filata per la maglieria o altri lavori di vestiario e per la casa, quello che faccio più di frequente.
Ma anche le fibre corte e più ruvide hanno un uso, anzi ancora più affascinante e artistico: il feltro.
Con il processo di infeltrimento - in parole semplici si rendono più fitte e compatte le fibre - la lana diventa "solida" e può essere letteralmente scolpita per creare oggetti tridimensionali, dipinti, accessori tradizionali o originali.
La lana si può infeltrire ad acqua o ad ago, con risultati molto diversi e affascinanti.
Questi batuffoli color pastello li ho preparati con la consulenza di Gioconda - Pupillae art dolls e sono adatti per il feltro ad ago: li ho tinti con fiori di solidago (giallo), cipolla di Tropea (verde), avocado (rosa) e cavolo (azzurro); la lana marrone, più lunga e indicata ad esempio per le capigliature delle bambole, è nella sua tonalità naturale.
Trovi il kit con i cinque colori in negozio.




giovedì 30 maggio 2019

Non tutte le ciambelle riescono col buco

Una pila dei miei errori: timbri sbavati, colori mosci, tinte sbagliate, piante belle ma poco resistenti, tagli troppo piccoli. Non tutte le ciambelle riescono col buco!
Questa è una selezione dei miei sbagli degli ultimi anni, non so perché mi è venuta voglia di metterli insieme e fotografarli. E ora che ci penso: perché li ho conservati?
La verità mi sembra chiara: in realtà mi piacciono, sono belli anche loro. E sono d'insegnamento ☺️